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LA TUA VOCE

CITTÀ EUROPA – La Tua Voce

Consiglio comunale aperto 27 febbraio 2025

RIVITALIZZARE IL CENTRO STORICO –  Noi crediamo che in un confronto sul centro storico vadano coinvolti nella maniera più ampia possibile singoli residenti, giovani, commercianti, rappresentanti delle Associazioni, frequentatori; abbiamo perciò aperto un canale di ascolto on line e in presenza e abbiamo avuto tante risposte, che non riuscirò certo a portare qui nei miseri 5 minuti che mi sono concessi. Ma il mio impegno è stato di dare loro voce, quindi voglio riportare almeno alcune parole chiave, alcune pillole significative dei loro interventi.
“Foligno è una città con un grande potenziale, tradizioni molto radicate e una lunga storia, ha ancora ottime botteghe artigiane come fruttivendoli, macellai, panetterie, è strategica in termini di trasporti ed è una città facile dove si può camminare o andare in bicicletta, ha un bel parco, la Quintana e altre feste, monumenti importanti. La qualità della vita è diminuita nel tempo e il centro storico ha subito, in negativo, alcuni cambiamenti radicali.” “La città e il suo centro storico devono essere più accessibili e non solo nel senso della mobilità, vivibili e non solo nel senso della sicurezza, e sostenibili; il residente e il cittadino devono tornare ad essere una componente ascoltata e coinvolta nelle strategie di sviluppo perché anche i cittadini, e soprattutto i residenti, costituiscono elemento di sviluppo”
E quindi:

  • Politiche abitative. Il centro storico deve partire dai residenti, senza residenti non c’è economia sana, cura e controllo entro le mura della nostra città. Occorrono politiche per rendere appetibile la residenza in centro, con mutui agevolati, burocrazia più snella, e altre forme di facilitazione.
  • Offerte culturali. Oggi si assiste ad una progressiva desertificazione della proposta culturale: occorre affidare spazi pubblici inutilizzati al terzo settore per iniziative laboratoriali, teatrali e musicali, soprattutto animate dal contesto associativo giovanile, e non manifestazioni sporadiche e lucrative; realizzare eventi e manifestazioni che possano attrarre giovani; moltiplicare fiere, mercatini, luoghi di incontro, spazi di aggregazione, concerti, cinema all’aperto.
  • Decoro urbano. Si percepiscono segni crescenti di degrado, ad esempio molti graffiti, spazzatura su molte strade: occorre maggiore pulizia, migliore gestione della raccolta porta a porta, cura degli arredi urbani, degli spazi verdi, delle pavimentazioni stradali.
  • Verde pubblico. C’è poco verde, e molto è stato eliminato per creare piazze e parcheggi: in epoca di grandi cambiamenti climatici, è opportuno piantare nuovi alberi e arbusti in città, nei viali, case, piazze,…; collocarvi poi panchine, fontane, per creare luoghi dove stare all’aperto in serenità e compagnia.
  • Attività economiche. Eccessiva concentrazione, difficoltà e chiusure delle attività commerciali: occorre rivitalizzare e rilanciare le attività artigianali, aiutare i commercianti con riduzioni degli affitti, delle quote per l’occupazione del suolo pubblico, delle tasse.
  • Movida. Vivere in centro, soprattutto nelle zone interessate dalla movida, è diventato frustrante e stressante: occorrono limiti di orario e di emissione sonora degli esercizi e delle taverne, con relativi controlli, e, soprattutto, un percorso di partecipazione per mettere in sintonia i vari portatori di interessi, attivare un dialogo costruttivo tra residenti e titolari dei locali notturni e progettare soluzioni.
  • Quintana. L’Ente Giostra, oltre a prolungare di anno in anno il periodo di apertura delle taverne, sfrutta la città senza offrire un controllo adeguato, portando i cittadini ad allontanarsi da una manifestazione che dovrebbe unire la comunità anziché dividerla.
  • Alcol, droga, adolescenti con comportamenti problematici. Abuso diffuso di alcolici, anche da parte di minorenni; gruppi di minorenni con comportamenti problematici: occorre attivare tempestivamente interventi socioeducativi precoci.
  • Sicurezza. Controlli pressoché assenti, soprattutto nelle ore notturne: si chiede la regolamentazione della vita notturna, e maggiore presenza e controlli da parte delle forze dell’ordine.
  • Traffico e parcheggi. Traffico incessante, conducenti aggressivi, rumore dei motorini, parcheggi selvaggi anche per mancanza di parcheggi sufficienti sia per i residenti che per i visitatori: pedonalizzazione VERA del centro storico, regolamentazione VERA dei parcheggi, cintura efficiente di parcheggi esterni, per i residenti riservati EFFETTIVAMENTE.
  • Partecipazione: coinvolgere effettivamente in un tavolo permanente sul centro storico rappresentanze di cittadini impegnati civicamente; attivare collaborazioni civiche con le attività economiche per condividere soluzioni proficue, come accordi e patti con l’amministrazione comunale; maggiore coordinamento tra gli enti e gli organismi organizzatori di eventi e festival per favorire la diminuzione dei costi per l’amministrazione comunale e creare una rete di soggetti impegnati a rispettare i protocolli comunali, favorendo supporto e collaborazione anche da parte dei residenti; proporre i cittadini come ambasciatori turistici. Attivare una Consulta dei giovani

Spazi di rinascita

Nonostante le ombre che si allungano sulle nostre città, vi sono segnali luminosi che testimoniano la presenza di una forza vitale capace di generare cambiamento. Questi segnali emergono dalle iniziative della società civile: associazioni culturali, sportive e sociali, movimenti spontanei di cittadinanza attiva e reti di solidarietà che si organizzano dal basso per rispondere ai bisogni della comunità. Queste esperienze rappresentano autentici spazi di rinascita, luoghi fisici e simbolici in cui la solidarietà prende forma e si trasforma in azioni concrete.

Tali spazi sono preziosi non solo perché colmano vuoti lasciati dalle istituzioni, ma anche perché esprimono il desiderio di ritrovare un senso di comunità autentico e condiviso. In questi contesti, le persone si incontrano, si organizzano e costruiscono legami che superano le barriere della solitudine e dell’individualismo. Questi spazi, spesso nati in risposta a situazioni di disagio o emergenza, si trasformano in laboratori di innovazione sociale, in cui si sperimentano nuove modalità di convivenza e cooperazione.

La solidarietà è il filo conduttore che tiene vivi questi spazi. Non è solo un valore morale, ma una necessità sociale: senza solidarietà, la città perde la sua funzione di luogo d’incontro, scambio e crescita collettiva. Essa rende possibile non solo la convivenza civile, ma anche la partecipazione democratica, fornendo un terreno fertile su cui costruire una società più equa e inclusiva.

Città Europa riconosce in questi spazi una risorsa fondamentale per rigenerare le città, valorizzandoli come motori di una nuova stagione di partecipazione, coesione e innovazione sociale.

Tre sfide per il governo della città

Le città contemporanee si trovano ad affrontare sfide cruciali che riguardano il loro futuro e la qualità della vita dei cittadini. Per rispondere alla crescente complessità sociale, culturale e politica, è necessario affrontare queste sfide con una visione chiara e condivisa, capace di trasformare le richieste latenti in azioni concrete.

1. Una sfida etica
Ogni città deve interrogarsi sui valori fondamentali che guidano le sue scelte e le sue politiche. Qual è l’orizzonte valoriale a cui si ispira? Quali principi orientano le sue azioni? Per avere un impatto positivo e duraturo sui cittadini, è indispensabile individuare un nucleo comune di valori che promuova il progresso sociale, la coesione e il rispetto per il bene comune. Questo significa costruire un senso condiviso di responsabilità verso gli altri e verso la comunità, rendendo l’etica il punto cardine di ogni decisione.

2. Una sfida culturale
La complessità e la pluralità delle società attuali richiedono un approccio che valorizzi e integri saperi, competenze e tradizioni. La cultura non deve essere solo il patrimonio del passato, ma una leva per il cambiamento, capace di promuovere un civismo attivo e progressista. È necessario dare spazio e movimento a pratiche consolidate e innovative, valorizzare gli stili di vita che arricchiscono le comunità e promuovere il dialogo tra storie, identità e prospettive diverse. Una città che investe nella cultura investe nella costruzione di una società più consapevole, aperta e coesa.

3. Una sfida politica
La politica deve tornare a essere uno strumento di rappresentanza e trasformazione reale. Questo significa scegliere modelli e valori che privilegino l’inclusione, il bene comune e la partecipazione attiva dei cittadini. In un contesto in cui una parte crescente della popolazione non crede più nel modello democratico delle elezioni, diventa fondamentale ricostruire la fiducia tra istituzioni e cittadini. Ciò richiede politiche trasparenti, inclusive e capaci di garantire che ogni voce venga ascoltata, evitando la formazione di rendite di posizione e promuovendo un coinvolgimento diretto e concreto.
Queste sfide determinano l’identità e le linee di sviluppo di ogni città, che deve rispondere alla domanda universale di una “vita buona” e di una “vita giusta”. Per realizzare questo obiettivo, è indispensabile un risveglio culturale e sociale che metta al centro i valori fondamentali della vita e del bene comune. È tempo di ridefinire il modo di intendere e fare politica, rispondendo alla crisi della politica tradizionale con un rinnovato impegno per una Buona Politica: trasparente, partecipativa, etica e profondamente radicata nelle esigenze reali delle persone.

Equità e coesione sociale: un nuovo paradigma 

La coesione tra i cittadini è elemento strategico per il welfare della comunità e per lo sviluppo economico. Occorre esplorare tutte le sinergie possibili tra sviluppo economico e sviluppo sociale, tra competitività e giustizia, tra diritti e crescita. Da un lato, occorre diffondere la cultura della responsabilità sociale dell’impresa rispetto al lavoro, all’ambiente e alla salute delle persone, per una crescita inclusiva e sostenibile; dare sostegno all’innovazione e al progresso tecnologico per migliorare la qualità della vita delle persone; promuovere grandi investimenti in ricerca e sviluppo che rendano universale ed equo l’accesso ai benefici delle nuove tecnologie. D’altro lato, occorrono politiche attive per l’occupazione, con particolare attenzione ai giovani e alle donne, incentivando l’imprenditorialità e la creazione di nuovi posti di lavoro; occorre promuovere i diritti dei lavoratori, il salario giusto, la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, la conciliazione dei tempi di vita-lavoro; supportare la formazione continua dei lavoratori, per l’adeguamento ai cambiamenti del mercato del lavoro; dare concreta attuazione ad un welfare universale, a partire dalla definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali esigibili da tutti secondo equità.  Sviluppo come libertà e libertà come impegno sociale: questo diventi il nuovo paradigma delle città.

La democrazia della partecipazione

L’attuale modello del decisionismo istituzionale, che fa cadere dall’alto le proprie decisioni preconfezionate, è sempre più inadeguato di fronte alla complessità degli interessi in gioco e delle nuove stratificazioni del tessuto sociale. Occorre dare attuazione ad un nuovo concetto di democrazia, più ricco e articolato e con un costante rapporto con il territorio, che alla democrazia rappresentativa affianchi la democrazia della concertazione, entrambe sostenute, stimolate e arricchite dalla democrazia della partecipazione. Un protagonismo dal basso che riconosca un ruolo di primo piano alla società civile, attore chiave in una vita democratica plurale.

Per questo è urgente ripensare l’assetto democratico locale, ricostruendo in ogni città e in ogni territorio il filo delle aggregazioni in ogni singolo quartiere, in ogni singola frazione, nelle scuole, nelle università e nei luoghi di lavoro. Infatti, l’eliminazione di spazi democratici di partecipazione come in passato erano in Italia le Circoscrizioni, non è stata compensata con l’introduzione di nuovi luoghi di collegamento tra Istituzioni e cittadini. Per nuove forme di democrazia associativa e deliberativa, la discussione politica deve aprirsi concretamente alla partecipazione attiva dei cittadini, dei gruppi e delle associazioni, che rappresentano dei veri e propri giacimenti di risorse progettuali e creative, creando nuovi spazi di informazione, divulgazione, testimonianza e confronto. 

L’amministrazione delle nostre città, di conseguenza, va profondamente rinnovata nei suoi fondamenti e nella sua cassetta degli attrezzi, si prospetta una vera e propria rivoluzione del modello di governance delle città che, mai come oggi, deve essere efficiente (le risorse sono limitate), giusta (per eliminare gli squilibri), plurale (capace di fare i conti con la molteplicità), condivisa e partecipata. Un nuovo modello che metta al centro la responsabilità, ovvero la capacità di rispondere di qualcosa a qualcuno, sulla base di determinati presupposti, in maniera organizzata e strutturata; ciò impatta sui sistemi di rendicontazione, preventiva e consuntiva: in questo ambito trova collocazione la formula innovativa del bilancio sociale.

Il bilancio sociale come stella polare 

Al bilancio comunale inteso nella sua accezione tradizionale di carattere amministrativo, occorre quindi affiancare un bilancio sociale capace di interpretare in maniera dinamica le criticità e i bisogni della popolazione. La conoscenza dell’azione politica e amministrativa del Comune deve essere integrata con la conoscenza dei risultati, che vanno monitorati e misurati per orientare le politiche future. È in gioco la costruzione di una catena di senso” e non del “consenso” che lega tra loro visione politico-valoriale del Comune, obbiettivi e strategie, risorse, interventi, risultati, ricadute sui cittadini, sull’ambiente e sulla comunità. La rendicontazione sociale, ben lungi da una mera operazione di immagine, dà forma e sostanza a tutto ciò. 

Un nuovo modello di welfare 

Occorre superare definitivamente l’idea di un assistenzialismo calato dall’alto e immaginare un welfare che, partendo dalla lettura dei bisogni dei cittadini, venga calibrato sulle reali necessità e risorse delle persone, per attivare, attraverso interventi mirati (avviamento al lavoro, formazione, sostegni relazionali, integrazioni di reddito, servizi di cura, politiche abitative, etc.), processi di autonomizzazione personale, familiare, comunitaria, processi di costruzione di libertà. Occorre passare da un welfare che assiste ad un welfare che abilita: da un risarcimento delle carenze del singolo alla promozione delle facoltà, che arricchisce la comunità; dall’accettazione dello status quo al prendere la parola per cambiare.

Città e bene comune          

Occorre, oggi più che mai, un deciso ed importante risveglio culturale, e quindi sociale, una nuova e forte presa di coscienza sui valori della vita e del bene comune, elemento indivisibile tra tutti i cittadini, perché soltanto assieme è possibile raggiungerlo, tutelarlo, accrescerlo in vista del futuro. L’attenzione al bene comune, l’impegno nel costruire, rinsaldare e sviluppare rapporti solidali di comunità, costituiscono la forza generatrice del welfare di prossimità. In questo senso, c’è un rapporto stretto tra bene comune e capitale sociale, ovvero quel potenziale fattore di sviluppo degli individui e della collettività fatto di relazioni sociali, valori condivisi, solidarietà, fiducia. Un capitale sociale sempre più a rischio di depauperamento e che per questo va protetto, monitorato, sostenuto e sviluppato, con nuove metodologie e strumentazioni. Alcune città, ad esempio, stanno portando avanti l’esperienza del Piano Regolatore sociale, che alimenta il capitale sociale cittadino ed è da questo alimentato secondo una circolarità virtuosa.

Nell’ambito del “bene comune” rientra il tema dei “beni comuni”, ovvero quell’insieme di risorse naturali, beni ambientali e culturali che sono funzionali al benessere e allo sviluppo sociale della comunità. Oggi assistiamo costantemente allo sfruttamento dei beni comuni nella direzione di singoli interessi di pochi e vere speculazioni che mortificano, mercificando, il reale valore delle cose; al contrario, la cura, la valorizzazione e la gestione dei beni comuni vanno rimesse a carico della comunità, attraverso forme opportune di amministrazione condivisa.

Città accessibile per tutti

La città è il luogo in cui tutti debbono poter vivere la propria quotidianità e le interazioni sociali, sviluppare le proprie potenzialità e partecipare alla vita comunitaria a prescindere dalle proprie condizioni. La città deve quindi evolvere, diventare accessibile, accogliente e sicura per tutti, superando le barriere di diverso tipo, architettoniche, sensoriali, percettive, intellettive, comportamentali, culturali, sociali, economiche, sanitarie, di genere, che contribuiscono a creare solitudini, discriminazioni ed emarginazione.

Occorrono interventi e progetti basati sul coinvolgimento delle persone direttamente interessate per esperienza personale, sulla mobilitazione delle competenze e delle risorse della comunità, per realizzare una città effettivamente inclusiva e accogliente, rispondente alle esigenze di ciascuno. Una città accessibile è anche uno spazio sociale “intelligente”, una smart city che garantisce la qualità della vita a coloro che la vivono utilizzando tutte le tecnologie e gli strumenti a disposizione.

Tutela dell’ambiente e sviluppo sostenibile

È oggi inderogabile l’adozione di politiche che affrontino il cambiamento climatico e tutelino il patrimonio naturale con un’attenzione particolare alla transizione ecologica, energetica, industriale e alla riduzione dell’impronta ecologica. Un’idea di sviluppo che si basi sul rispetto dell’ambiente e delle risorse di ciascun territorio, sulla promozione dell’efficienza energetica, della mobilità sostenibile, della riduzione dei rifiuti attraverso il riciclo e il riuso, per rendere effettiva l’economia circolare. Centrale è il ruolo dell’agricoltura sostenibile, che incentivi le filiere corte e il consumo di prodotti del territorio.

Città per la Pace

Non si eliminano le logiche di potenza e di guerra nei rapporti tra le nazioni se non si liberano dalla violenza e dal dominio i rapporti tra gli uomini: nella coppia, nella famiglia, nella società. La Pace è cultura: senza cultura di Pace, la Pace non è possibile. In una società globale multietnica e multireligiosa, è fondamentale la ricerca di un linguaggio unificato ed elevato ad una missione etica e illuminata, tesa al dialogo tra le genti per una cultura di Pace condivisibile e sostenibile. Gli strumenti potranno essere molteplici, ad esempio lo Sport, le Arti, La musica, che dovranno esprimere creativamente e provocare ad esprimere emozioni parole immagini e suoni di pace.

Lo sguardo all’Europa

Le città, con le loro comunità vive e pulsanti, rappresentano il cuore dell’azione politica, ma l’orizzonte a cui guardare deve essere quello di un’Europa Unita, capace di promuovere scambio, dialogo e integrazione tra i popoli. Così come durante il momento più oscuro del secondo conflitto mondiale il Manifesto di Ventotene gettò le basi per un’Europa Libera e Unita, offrendo una visione di speranza contro i nazionalismi e i conflitti, oggi è necessario recuperare e rilanciare quella stessa ispirazione.

Di fronte alla recrudescenza di nazionalismi esasperati e all’indebolimento progressivo delle democrazie, l’integrazione europea si configura come l’unico antidoto efficace per contrastare divisioni e disuguaglianze. L’Europa può e deve essere un baluardo contro il ritorno di conflitti e frammentazioni, ma anche un motore di sviluppo civile, sociale, culturale ed economico.

L’obiettivo di una piena integrazione europea non può essere delegato solo alle istituzioni centrali: esso deve essere perseguito attraverso l’azione politica, sociale e culturale a tutti i livelli, in particolare nelle città, che sono il luogo privilegiato in cui le diversità si incontrano e convivono. Promuovere l’Europa non significa solo aderire a un ideale, ma agire concretamente per costruire un futuro comune fondato su solidarietà, inclusione e progresso condiviso, rendendo l’Unione Europea una realtà sempre più percepita, vissuta e costruita dai suoi cittadini.

In questo senso, le città diventano i veri laboratori dell’integrazione, luoghi dove la visione di un’Europa Unita può prendere forma nel quotidiano, attraverso progetti concreti di cooperazione, dialogo interculturale e sviluppo sostenibile. Solo così l’Europa può consolidarsi come spazio di pace, giustizia e opportunità per tutti.

Nasce Città Europa

Le città devono tornare al centro del cambiamento, ripensate come spazi di coesione, partecipazione e sviluppo. Città Europa è il modello di una città viva, inclusiva e multi-potenziale, capace di rispondere alle sfide del nostro tempo attraverso la valorizzazione del capitale umano, il dialogo tra generazioni e culture, e la costruzione di una rete europea di cooperazione.

Al centro della nostra visione vi è una nuova politica, fondata sul bene comune, la solidarietà e la dignità della persona. Una politica che superi i confini nazionali per costruire ponti culturali, economici e sociali, ponendo le città come motori di unità, pace e progresso.

Città Europa rappresenta l’ambizione di un futuro condiviso, dove ogni cittadino è protagonista del cambiamento e contribuisce, con la Forza del Noi, alla costruzione di una società più giusta e solidale.